di Marcella Caradonna
Mi sono posta come obiettivo di attuare politiche concrete a supporto delle mie colleghe, ben consapevole che il percorso per eliminare il gender gap è ancora lungo
H imparato a parlare dell’esigenza di superare le barriere al progresso delle donne, paradossalmente, dopo esser diventata Presidente dell’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano.
Prima, nel mio percorso di crescita, davo quasi per scontato che professionisti con le mie stesse competenze fossero maggiormente apprezzati… ritenendo di dare di meno perché parte del mio tempo lo dedicavo alla mia famiglia. Non consideravo le tante ore che, fuori dagli orari canonici, dedicavo alla formazione, al la- voro e all’impegno all’interno della categoria. Tutto mi sembrava sempre troppo poco.
I colleghi andavano avanti e per me era giusto così! Solo il tempo mi ha insegnato che, invece, il problema era culturale, da parte di chi privilegiava, sicuramente in buona fede, i colleghi uomini istintivamente attribuendo a loro maggiore autorevolezza e da parte mia che consideravo normale tali scelte. Poi grazie a un collega che ha effettuato la selezione per la Com- missione del Consiglio Nazionale e, senza conoscermi (ma basandosi solo sul mio CV) mi ha nominata in essa, ho cominciato a crescere anche all’interno della categoria fino a raggiungere ad una posizione apicale e ho capito che era questo l’approccio giusto.
Ora tocca a me e proprio in forza della mia esperienza, posso e devo essere volano di un cambiamento di passo anche in questo ambito. Mi sono posta come obiettivo di attuare
politiche concrete a supporto delle mie colleghe, ben consapevole che il percorso per eliminare il gender gap è ancora lungo. Per questo motivo, primo Ordine in Italia, ho proposto al mio Consiglio, che ha accettato all’unanimità, di avviare un iter per la certificazione della parità di gene- re nell’ente da me diretto. Questo ha dato vita ad azioni concrete nel por- re attenzione che, nelle nomine delle posizioni apicali delle Commissioni di Studio dell’Ordine, vi fosse un’a- deguata presenza femminile, come anche nei numerosi eventi dell’Ordi- ne vigesse la regola di porre accanto a relatori anche relatrici e garantire che nei tavoli di lavoro nei quali l’en- te è chiamato a partecipare ci siano sia colleghi che colleghe.
Questo approccio molto pragmati- co ha, in fase iniziale, destabilizzato l’organizzazione, ma ora è diventata routine. Credo che questa sia la strada da percorrere e che il cambiamento possa e debba venire con il coinvol- gimento di tutti, ma, in primo luogo, di chi è al vertice e può introdurre li- nee strategiche innovative.
Questa mia esperienza gratificante ha permesso a molte colleghe di cogliere molte opportunità che diversamente sarebbero risultate per loro molto più difficili. Un’altra cosa è certa: l’Ordine ne è risultato rafforzato ed arricchito: testimonianza di come l’assenza del gender gap è un obiettivo che deve essere perseguito, non in difesa delle donne, ma per far crescere al meglio il tessuto economico e sociale del nostro Paese.