Il Soroptimist per la Reggia di Caserta
di Maria Clelia Galassi
Il Fondo per l’Arte dell’Unione Italiana ha la finalità di finanziare interventi di salvaguardia, conservazione e restauro a tutela del patrimonio culturale e artistico italiano.
Nel 2021, in occasione del Centenario del Soroptimist International l’Unione ha selezionato, tra i vari progetti presentati dai Club, il restauro della Fontana di Diana e Atteone della Reggia di Caserta
per l’importo di 40.000 euro
Nel 2021 il Soroptimist International d’Italia ha destinato il Fondo speciale per l’Arte, con un importo di 40.000 euro, al restauro delle sculture che costituiscono la “Fontana di Diana e Atteone”, realizzata nel parco della Reggia di Caserta tra il 1786 ed il 1789 da Tommaso e Pietro Solari, Paolo Persico e Angelo Brunelli.
La scelta ha tenuto conto dell’importanza di questo complesso scultoreo, capolavoro della scultura napoletana del Settecento, collocato in posizione strategica al vertice della lunga “Via d’acqua”, così come dell’alta rappresentatività della Reggia di Caserta, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1997, una delle residenze reali più grandi del mondo e tra i siti italiani più visitati. La fontana casertana è stata selezionata anche perché i suoi contenuti narrativi risultano particolarmente coerenti con la missione del Soroptimist. La protagonista è Diana, divinità della Luna e della caccia, vergine casta e insieme dea della fecondità, donna solidale con le altre donne, le Ninfe di cui si circonda, amante e protettrice della natura e dei boschi, indipendente, indomita e libera. Seguendo il racconto tratto dalle Metamorfosi di Ovidio, il complesso scultoreo raffigura il momento in cui la dea, spiata di nascosto durante il bagno, nuda tra le ninfe, da Atteone, si vendica punendo severamente il profanatore. Atteone è trasformato in un cervo che i suoi stessi cani sbranano, non avendolo riconosciuto. Diana, violata nella sua riservatezza, costituisce un esempio di violenza di genere, mostrando, con l’evidenza plastica del suo gesto imperioso, la capacità della donna di reagire e di combattere l’offesa subita.
Il restauro si è reso necessario dal momento che le sculture erano ricoperte da licheni, muschi e patine nere, che venivano a offuscarne il loro biancore e costituivano un pericolo per la compattezza delle superfici. Inoltre, alcune parti aggettanti presentavano problematiche strutturali. L’intervento, attualmente in corso sotto la direzione di Anna Manzone, responsabile dei laboratori di restauro della Reggia, si concluderà il prossimo luglio. Esso si pone come obiettivo il consolidamento delle tante figure marmoree che compongono il gruppo, la pulitura delle superfici e l’applicazione di prodotto biocida ed erbicida in più cicli volto alla disinfezione dei microrganismi della superficie e all’eliminazione delle erbe infestanti. È previsto inoltre il ripristino della staticità di alcuni perni ed una verifica delle parti aggettanti, ormai compromesse dal tempo ed in condizioni di staticità precarie. Si valuterà infine l’applicazione di un protettivo finale, a scopo di preservare l’opera nel tempo, garantendone la piena fruibilità caratteristica del bianco di Carrara.
L’arte chiama i mecenati
Intervista a Tiziana Maffei, Direttrice della Reggia di Caserta
di Francesca Pompa
Quando è partito il progetto di restauro e che importanza ha avuto l’apporto dato dal Soroptimist nel recupero della Fontana, in particolare delle due statue?
Il progetto di restauro preliminare è stato redatto internamente dal funzionario restauratore al fine di partecipare alla candidatura del Fondo per l’arte. A seguito dell’avvenuta selezione, i servizi interni hanno proceduto per gli approfondimenti necessari a predisporre il progetto esecutivo per l’affidamento a ditta specializzata in restauro. L’intervento è iniziato nel mese di marzo e terminerà entro l’estate. È stata un’opportunità inizialmente individuata dal club locale di Caserta, selezionata come progetto nazionale del Soroptimist International d’Italia e che per noi ha anticipato l’intervento rispetto al piano di restauro previsto al sistema della via d’acqua. Un’iniziativa encomiabile.
Che importanza riveste la Fontana all’interno del percorso di visita della Reggia?
È il culmine della via d’acqua, un’opera che fonde natura, mito e arte. È sicuramente uno dei punti maggiormente attrattivi del Parco Reale, episodio emblematico della narrazione della simbologia del Museo Verde.
Come crede che il Pnrr possa contribuire a ridare splendore al patrimonio artistico e culturale italiano?
Per la prima volta ci si è occupati in modo sistematico di una realtà specifica e identitaria come quella dei giardini e parchi storici che sono un patrimonio di inestimabile valore, per quanto prezioso e fragile. In generale il Pnrr dà la possibilità di mettere un gioco progettualità trasversali. Senza dubbio una grande sfida anche per la pubblica amministrazione.
Nei giorni d’oggi abbiamo mecenati che, come nel passato, impegnano le proprie risorse a favore dell’arte?
Non ai livelli di un tempo e purtroppo con la stessa sensibilità culturale. Nel Mezzogiorno, ad esempio, esperienze come l’art bonus sono significativamente minori.
Quali le sue aspirazioni per il futuro della Reggia di Caserta?
Sono convinta che la Reggia di Caserta meriti di essere un museo contemporaneo di riconoscibilità internazionale, con capacità di offrire esperienze culturali diversificate e di altissimo livello. Mi auguro anche che si riesca a consolidare in breve tempo la percezione della Reggia di Caserta come Reggia tout court, la rappresentazione materiale di una storia identitaria e complessa del nostro Paese. La Reggia è una grande visione di un monarca, fonte di ispirazione per chi la visita e per chi ci lavora.